DUNE ROSSE

DUNE  ROSSE

DUNE ROSSE


Saga appassionante e coinvolgente composta da quattro volumi

DUNE ROSSE - Il Rais dei Kinda
DUNE ROSSE - Fiamme sul Deserto
DUNE ROSSE - Nella tana del cobra
DUNE ROSSE - L'Avvoltoio lasciò il nido (prossimamente)

domenica 31 maggio 2015

IL GIORNO dell SPOSA




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Il giorno della Sposa ebbe inizio con le prime luci dell'alba. Le donne erano tutte con lei nel piano terra della residenza che il lord inglese aveva stabilito per sé nel Fortino ad est dell'oasi.
Non mancava nessuna e tutte con gli abiti più belli e i gioielli più luccicanti e preziosi. Le più giovani suonavano alud e tandir o danzavano, con grazia e un pizzico di malizia.
  
Spiccava fra le altre la vivacità della piccola Agar cui era stato affidato l’incarico di fare gli onori di casa all’ospite di riguardo, la figlia del professor Schiariti, la bella e deliziosa Victoria.
Le due ragazze avevano subito simpatizzato e Agar stava mostrando alla nuova amica un passo di danza che  le avevano appena insegnato
Sguardo tenero da cerbiatta, fronte ampia e ben modellata su cui irrompeva una cascata di riccioli castano-dorati, labbra morbide e piene, rosse come un fiore di melograno, Victoria era davvero una splendida creatura. Amabile, gentile e sorridente, era per Agar la compagna ideale e un’allieva diligente: stava provando l’ultimo passo di danza quando apparve la sposa.   
   

Letizia comparve avvolta in un ampio mantello bianco e tutte le corsero incontro, la circondarono, l'abbracciarono, la baciarono e poi tornarono ai loro posti a cantare, suonare, danzare e consumare datteri e pasticcini, accompagnando la dolce abbuffata con succhi di frutta e di melone che Alina continuava a portare in splendide caraffe d'argento disposte su grossi vassoi. Avevano preso posto su cuscini, tappeti e stuoie ed apparivano felici e soddisfatte.
Accanto alla sposa erano rimaste solamente in tre e la liberarono subito del mantello poi la fecero sedere su uno sgabello, non prima, però, di averla squadrata da capo a piedi ed aver espresso la loro approvazione con gesti e commenti circa i chili in più che avrebbe dovuto  mettersi addosso per l'occasione nelle ultime settimane.
"Bene, Letizia!... Bene!"  finì per approvare una di loro, sciogliendole i lunghi capelli ed affidando il mantello ad Agar e Victoria che lo tennro sulle braccia come fosse una reliquia.

In verità, l'ansia  dell'attesa aveva reso morbidamente flessuosa la delicata  figura della sposa senza, però, minacciarla di  quella pinguedine che, evidentemente qualcuna di loro si spettava.
Letizia si sottopose di buon grado a quel rito, ma era la prima volta che qualcuno violava la sua intimità e il suo disagio era tutto rannicchiato nello sguardo sfuggente, nel rossore che le copriva il volto e nel tentativo di sottrarsi agli sguardi indulgenti e divertiti delle donne.
"Sei bellissima! - le dicevano - I tuoi fianchi sono morbidi e tondi,  le gambe sono slanciate e perfette e i seni... oh, i seni sono generosi e di bella forma...”
“Faranno la gioia e la delizia del nostro sceicco.. ah.ah..." sorrideva affettuosa la vecchia Alina.
Letizia appariva assorta, immersa nei suoi pensieri poi la lama del rasoio che scivolava leggera sul corpo unto d'olio profumato, la distrasse da ogni segreta riflessione.
Dopo la depilazione seguì il massaggio, sempre tra canti e suoni, infine la inondarono di profumi e la truccarono con l'henné; le furono laccate anche le unghia di mani e piedi.  Lei lasciava fare, incuriosita da tutti quei segni che le coprivano le mani e di cui Alina le spiegava il significato e i simboli.
Passarono ai capelli e tutte sembravano abbagliate dal loro splendore, dal contatto serico e dal delicato profumo di erica,  come ebbe a dire la piccola Agar.
"Ti sei messa in testa una miniera d'oro." continuavano a ripeterle, sinceramente ammirate.
L’allegro brusio di risatine, gridolini ed esclamazioni andava svolgendosi misto a quello ugualmente allegro del tintinnio degli argenti delle brocche e dei vassoi:  bevevano e mangiavano e qualcuna fumava il narghilè, che  diffondeva nell’aria un odore acre e tenue, assieme a quello  di tutti quei giovani corpi profumati ed eccitati.
La mattinata, intanto, era praticamente giunta alla fine e i vassoi erano quasi interamente svuotati e così il contenuto di brocche e teiere.
La sposa era finalmente pronta.

Due donne spalancarono il portone d’ingresso del fortino e la figura della sposa si stagliò nel vano.
Era bellissima e misteriosa.
L’abito bianco di candida organza, lungo e vaporoso, stretta in vita da una cintura dorata,  corpetto aderente e tempestato di perle e preziosi, di chiaro stile vittoriano, era quello che il lord aveva acquistato a Salvahah durante il viaggio di ritorno a Sahab. Sotto l'ampio mantello senza maniche, la gonna era ampia ed impreziosita di splendidi arabeschi e ricami in oro. 
Il velo, trasparentissimo, era anch'esso tempestato di preziosi;  le copriva il capo, scendendo fin sulle spalle, ma  non riusciva a nascondere i bagliori degli splendidi capelli biondi che la principessa Jasmine aveva fatto cospargere di polvere dorata. Solo gli occhi, azzurro-cielo, lucidi e sapientemente truccati, erano scoperti: lo jasmac di trasparentissima mussola che le copriva il volto, ne accresceva fascino e mistero.

Il velo, trasparentissimo, era anch'esso tempestato di preziosi;  le copriva il capo, scendendo fin sulle spalle, ma  non riusciva a nascondere i bagliori degli splendidi capelli biondi che la principessa Jasmine aveva fatto cospargere di polvere dorata. Solo gli occhi, azzurro-cielo, lucidi e sapientemente truccati, erano scoperti: lo jasmac di trasparentissima mussola che le copriva il volto, ne accresceva fascino e mistero.
      
Un'ovazione accolse il suo apparire e tutti  le si fecero incontro. Fu sir Richard, però, il Tutore, a farsi strada fra gli altri e raggiungerla
Reggeva le briglie di uno splendido cavallo di razza araba: bianco e dal lucido pelo raso, criniera intrecciata con nodi e passamanerie, preziosi finimenti ricchi e complessi. Una magnifica bestia.    
Era il cavallo di Harith.

Letizia fu fatta montare in sella e il corteo si mosse, preceduto da canti  e suoni. La folla festante l'accompagnò durante tutto il tragitto e finalmente la sposa raggiunse la casa dello sposo.

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