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Tutto era pronto. Mancava solo la
sposa. Ma non tardò molto. Generalmente le spose sono assai meno frettolose nei loro preparativi, ma
quelle non erano nozze come altre: Jazina, la figlia dello sceicco Oasim ed
Harith, lo sceicco di Sahab, si univano in matrimonio con un controtto
piuttosto speciale: la Muta’a.
Si trattava di un matrimonio, o più
precisamente, di un contratto matrimoniale a termine. Un anno era la scadenza
fissata, al termine della quale lo sceicco di Ar-Rimal avrebbe potuto ritenersi
libero da vincoli.
Era parsa una buona soluzione, soprattutto
per il padre della sposa: anche se alla scadenza il matrimonio non fosse stato
rinnovato, l’onta del disonore per il rapimento subito da sua figlia sarebbe
stato cancellato e non avrebbe più segnato né la ragazza né la famiglia…. e
poi, in un anno tante cose potevano accadere… perfino un figlio e chissà…
Chi trovava tutto questo alquanto
sconcertante era il lord inglese. Da buon occidentale, ricordò allo sposo che
c’era un’altra donna ad aspettarlo a Sahab e che aveva l’abito da sposa già quasi pronto.
“Letizia è la luce degli occhi
miei. – aveva risposto con enfasi il giovane e gli occhi gli si erano davvero
illuminati di vivida luce, come sempre al solo pensiero della sua Letizia - Lei
è la donna della mia vita… Unica ed insostituibile e le mie nozze con lei
saranno un evento memorabile per tutta Ar-Rimal… Per anni si parlerà della
bellissima sposa dello sceicco Harith di Sahab e del…”
“Confesso di non capirti, amico
mio. – lo aveva interrotto l’inglese, sinceramente esterrefatto. Sconvolto, senza
quella maschera flemmatica che ne nascondeva le perplessità - Dici di amare una
donna e convoli a nozze con un’altra. Non pensi che la dolce Letizia possa
sentirsi tradita e ingannata?”
“No! No! Allah concede ad un uomo
di provare sentimenti per più di una
donna e il sentimento che provo per la mia Letizia è unico e totale e non è
minimamente compromesso da ciò che provo per Jazina che… - s’affrettò a
precisare il bel predone – Non è quel bisogno d’amore… Quello che anche tu
provi per la cara, dolce Zaira… Quel richiamo
di due anime che si cercano in mezzo agli impeti di una giovinezza
inquieta che aspetta solo uno sguardo… quello sguardo.. come un dono
meraviglioso…”
“Un amore esclusivo che…” provò a
replicare il lord, ma l’amico continuò.
“Esclusivo ed unico! - recitò con
sussiego - Quello che si incontra una
sola volta nella vita… Che fa scattare quel guizzo, quella fiamma, quel brivido
fra due persone sperdute nel mondo, ma alla ricerca l’uno dell’altra… Quella
scintilla che accende di desiderio… Cantata dai poeti e consumata da due anime
che si ritrovano…”
“E tu, amico mio… - riuscì ad interromperlo finalmente l'inglese -Tu sei pronto a mettere in gioco tutto questo per una concessione di Allah?…”
“La sposa!… La sposa!” una voce
tolse lo sceicco Harith dall’imbarazzo di una vaga risposta e il lord da quello
di un’inutile replica.
Harith si girò in direzione della
sposa.
Jazina era apparsa nella sua veste
da sposa, la stessa con cui sua madre aveva sposato suo padre. Era sorridente e
gioiosa. Come lo sono tutte le spose, anche se lei non era una sposa come le
altre. Diversamente da molte altre, però, lei aveva ottenuto quel che voleva:
sposare l’uomo che al primo sguardo aveva desiderato avere per sé. Non importa
a quale condizione. Non importa se solo per riconoscenza. Non importa. Era
felice. Felice nel suo bell’abito da sposa bianco e luccicante di ricami
dorati. Era felice. Lo sguardo era raggiante, sotto il velo che la copriva
quasi fino ai piedi.
Lo sposo le andò incontro, seguito
dallo sguardo dubbioso dell’inglese.
Certamente, stava dicendosi il
lord, quello non era un matrimonio
normale, ma un allegro ripiego verso un’innocente licenziosità. Egli, il principe delle sabbie amante di quel
mondo così lontano dal suo, aveva
sempre strizzato l’occhio verso quella pratica che in un certo senso rendeva
lecito il proibito senza cadere nel peccato. Era evidente, si disse, mentre
guardava la sposa avanzare verso lo sposo… era evidente che il suo amico
provasse dell’attrazione per quella donna e
quella concessione di Allah non lo faceva sentire colpevole nei
confronti di Letizia.
I
festeggiamenti durarono tutto il giorno e si protrassero fino a sera
inoltrata, intorno a grosse stuoie ricolme di vassoi di fumanti carni speziate,
vedure aromatizzate e brocche di the e vino di palma.(continua)
brano tratto da DUNE ROSSE - Nella tana del cobra
su AMAZON o direttamente AUTOGRAFATO dall'autrice
mariapace2010@gmail.com
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