DUNE ROSSE

DUNE  ROSSE

DUNE ROSSE


Saga appassionante e coinvolgente composta da quattro volumi

DUNE ROSSE - Il Rais dei Kinda
DUNE ROSSE - Fiamme sul Deserto
DUNE ROSSE - Nella tana del cobra
DUNE ROSSE - L'Avvoltoio lasciò il nido (prossimamente)

sabato 30 maggio 2015

IL VELIERO -FANTASMA



........
Pochi metri dalla superficie e l'onda si delineò chiara, sopra la testa; poche bracciate e i due riemersero scuotendosi l'acqua di dosso.
Il primo a salire sulla barca fu Ashraf che tese subito le mani verso di lui, ancora in acqua.
Sir Richard sollevò il capo. Vide Asada, ritta in piedi al fianco del ragazzo; fece l'atto di porgerle la parola, ma l'espressione terrorizzata dipinta sul volto della donna lo fermò, costringendolo a dirottare lo sguardo nella direzione in cui era puntato quello di lei:  nord-est dell'isola corallina, verso cui un banco di nebbia stava correndo veloce.
"Per tutte le balene dell'Oceano!  -  proruppe aguzzando la vista - Per tutte le balene dell'Oceano! - ripeté - Ma... ma che cos'è quella... quella..."
Un'enorme vela nera era  apparsa come d'incanto in mezzo al banco di nebbia e subito dopo anche il pennone cui era legata e infine l'intero albero maestro di una nave.  Una candida figura  spiccava, legata ai piedi del pennone su cui svolazzava una bandiera nera issata a lutto. A mezz'asta.
Sotto il suo sguardo stupefatto dell’inglese, il banco di nebbia andò spostandosi sulla destra mettendo a nudo la sagoma di  un veliero cupo e tenebroso,  completamente dipinto di nero.
"Il Veliero Fantasma!  -  andava ripetendo, la donna, terrorizzata - E' la terza volta che appare in questi ultimi giorni. La nebbia lo protegge e lo nasconde…. La nebbia lo protegge e lo nasconde.”
"Ma che cos'è?... Che cos'é quella sinistra apparizione?" domandò sempre più stupefatto il lord.
"Il Veliero Fantasma! Che Allah ci protegga! - anche Ashraf, lo sguardo incollato sulla cupa apparizione, mostrava segni di nervosismo - Ai remi! Fuggiamo. Fuggiamo via da qui. Presto!" sollecitava.
"Un momento! - il lord fissava come ipnotizzato la sinistra apparizione; da  buon scozzese non dava del tutto scredito al fantastico e quel veliero tutto nero, fantastico lo era  per davvero - Lasciatemi dare un'occhiata più da vicino  a quel.... qualunque cosa sia!"
"E' il Veliero Fantasma! - proruppe per la terza volta la donna - Porta sfortuna a tutti quelli che si mettono sulla sua rotta."
"La sua rotta? - replicò il lord - Quella grossa barca nera come la pece sembra andare alla deriva… senza guida e alla mercé delle correnti."
"No! No! - la donna appariva davvero terrorizzata e continuava a toccarsi la fronte e il petto con segni di scongiuro - I fantasmi spingono quelle vele."
"C'è una figura legata all'albero maestro... una figura di donna, mi pare. -  il lord mise a fuoco lo sguardo -  Per Giove! A me pare di ravvisare qualcosa di familiare in quella figura... Presto! Avviciniamoci. Presto.!
"Avvicinarci? - fece eco Ashraf con aria stralunata - Ma che cosa dici, sahib? Quella nave è governata dai fantasmi dei marinai che l'hanno guidata un tempo per questi mari.... Dicono che fossero pirati... ancor più pericolosi da spiriti che da vivi.... Nessuno di quelli che hanno avuto l'ardire di avvicinarsi troppo o la disgrazia di mettersi sulla sua rotta è riuscito più ad allontanarsi da..."
"Pirati o fantasmi, - il lord pose fine alle farneticanti parole del ragazzo - se c'é un mistero, voglio vederlo da vicino." scandì con accento che non ammetteva repliche e dette di piglio ai remi, puntando deciso in direzione della lugubre apparizione; i due lo lasciarono fare, muti dal terrore.

Si portarono a poche decine di metri dal veliero.
Da vicino era ancora più cupo e spettrale.  Ancora più misterioso che a prima vista. Pareva essere uscito da un tremenda tempesta di mare: le vele nere erano a brandelli e gli alberi spezzati, ad eccezione dell'albero maestro su cui sventolava sinistra la bandiera a lutto.
Legata  al palo, proprio sotto di esso, c'era una figura di donna, chiara e distinta. La testa era reclinata sul petto e le mani erano legate dietro la schiena; le vesti, che recavano il ricordo di un passato splendore, erano appena mosse dalla brezza.
Ancora qualche colpo di remo, ancora qualche braccio più vicino, tanto da  vedere la massa dei capelli, nerissimi e spioventi in avanti, muoversi al monotono rollio della nave. L'acqua sciabordava contro la fiancata, spumosa e bianca.
Sir Richard fermò la barca.
A bordo della nave non c'era alcun segno di vita, all'infuori dell'inquietante presenza di quella figura di donna legata al palo. Un colpo di vento le scostò i capelli mettendo in mostra un volto di straordinaria bellezza che strappò al lord un'esclamazione di soffocato stupore:
"Jasmine!...  - proruppe  - La donna legata all'albero maestro di quella maledetta nave è la principessa Jasmine... Dobbiamo soccorrela... Presto... Presto!"
"No! No, sahib! - implorava Asada alle sue spalle - Sono due anni che quel veliero naviga su questi mari. Non è la principessa Jasmine... L’infelice legata a quel palo non è la principessa Jasmine..."
"Due anni? - trasecolò il lord; i piedi parvero radificare sul fondo della barca  - Non è possibile! Solo un mese fa la principessa era a Sahab, felice e piena di vita."
"Quella che hai scambiato per la principessa Jasmine, sahib, è solo un'immagine della tua fantasia. Presto scomparirà e con..."
La donna non riuscì a portare a termine la replica: il banco di nebbia tornò a muoversi, inquieto, sul mare e inghiottì il veliero. Quando, pochi attimi dopo, si staccò dall'isola, del veliero non c'era più traccia.
"Hai visto? I fantasmi che governano quella nave maledetta hanno attirato la nebbia per nascondersi."
Il lord non replicò ma, considerato lo stato della donna, reputò opportuno tornare indietro: troppe emozioni per la povera Asada in un sol giorno.
“Tranquilla, signora. Tranquilla. – cercò di rassicurarla con un aperto sorriso – Anche il mistero più profondo e sconcertante più attendere.. Il mistero del Velierro Fantasma avrà la sua soluzione… ma non sarà oggi. Torniamo a terra… Torniamo a terra.”
Con Ashraf virò di bordo e puntò la prua verso riva ed entrambi presero a remare con vigore; alle loro spalle, due inconfondibili, minacciose pinne di squalo.

(continua)

brano tratto da    "UN ROSSE  -  Nella tana del cobra"

di Maria  PACE
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