"Allah ti
sta già aiutando, amico mio. - disse semplicemente, poi, al cenno di
diniego dell'uomo - Sono per il bimbo che nascerà e per sua madre."
Più tardi,
mentre l'unguento agiva sul ferito facendolo scivolare in un sonno ristoratore,
Asada si accostò al grande predone: nella piccola mano bruna spiccava la perla
di Ashraf.
"Se sarà
un bimbo gli daremo il tuo nome, sahib
e se sarà una femmina avrà il nome di colei che è favorita nel tuo cuore ed io
sarò debitrice di questa perla con Ashraf fino a quando non ne avrò pescata
un'altra. - Asada si interruppe: aveva scorto sul bel volto del rais una
espressione di profonda tristezza, tuttavia riprese - Questa perla,
insanguinata con il sangue del mio uomo,
è segno della benevolenza di Allah, che ha condotto amici generosi nella
sua casa modesta."
"Stai
parlando con Rashid, il rais di Ar-Rimal, sorella mia." interloquì con
sussiego il giovane Ashraf.
"Sono soltanto un uomo infelice. - gli occhi di Rashid bruciavano come carbone ardenti - La mia donna è stata rapita ed è da due mesi che noi stiamo inseguendo i rapitori. - spiegò - E vi siamo grati di questa ospitalità."
"Sono soltanto un uomo infelice. - gli occhi di Rashid bruciavano come carbone ardenti - La mia donna è stata rapita ed è da due mesi che noi stiamo inseguendo i rapitori. - spiegò - E vi siamo grati di questa ospitalità."
"Prendi
la perla, allora. - lo sorprese Asada - Forse sanguinerà ancora, ma sono certa
che ti porterà fortuna come ha fatto con noi e donala alla tua donna... - un
attimo di esitazione -... quando l'avrai ritrovata... insieme a questo
gioiello. - aggiunse con un sorriso quasi di scusa -
Volevo farne dono alla sposa di Asfraf per le sue nozze, ma il mare è uno
scrigno tanto grande e ricco di cose preziose... Troverò qualcosa d'altro
per lei."
Rashid tese la
mano verso il medaglione, ignorando completamente la perla: era improvvisametne
impallidito.
"Dove lo hai trovato?" domandò, visibilmente sconvolto.
"Tra i rami di un corallo." spiegò la donna.
"Dove lo hai trovato?" domandò, visibilmente sconvolto.
"Tra i rami di un corallo." spiegò la donna.
"Quando?"
incalzò il rais.
"Solo
qualche ora prima del vostro arrivo. - spiegò lei - Ma... tu mi sembri turbato,
sahib..."
Rashid non la
lasciò finire.
"Questo
medaglione appartiene alla mia donna. Io stesso gliel'ho donato. C'é il suo
ritratto custodito all'interno ed io solo possiedo la chiave per aprirlo."
Harith e sir
Richard si precipitarono per guardare il prezioso gioiello e lo stesso fecero
Amina ed Ashraf, poi Rashid impugnò la minuscola chiave che portava legata al
collo e l'aprì.
Il medaglione
passò di mano in mano prima di tornare in quelle di Rashid.
"La
principessa Jasmine! - esclamò Ashraf - E'
il ritratto della principessa Jasmine, vero, sahib?... Guarda... guarda anche tu, Amina."
"E'
bellissima!" esclamarono insieme i due giovani.
Amina passò il
ritratto ad Asada, che lo rese al grande predone di Ar-Rimal.
"Sapresti
tornare nel luogo dove l'hai trovato?" domandò sir Richard.
"Certo! -
rispose la giovane - Sono pronta ad accompagnarvi anche subito."
"Scenderò
io sott'acqua. - si offrì il giovane Ashraf -Tu ci
indicherai il posto... se loro - indicò gli ospiti - sono in grado di stare in
acqua come in terra."
"Sappiamo
nuotare. - lo rassicurò il rais ed allo sguardo di stupore comparso sul
volto del ragazzo - Lui è inglese. - spiegò, mentre continuava a contemplare
con animo tormentato lo stupendo volto che gli sorrideva dal medaglione e
fu proprio nell'atto di portarselo alle labbra che fece la
sconvolgente scoperta - Per Allah!... – proruppe in preda ad incontenibile
emozione – Questo… questo non è il volto della mia Jasmine... Jasmine ha
gli occhi azzurri e la sua fronte è pura e senza nei..."
Sir Richard gli strappò quasi di mano il gioiello e lo fissò con estrema attenzione: il colore degli occhi della ragazza che sorrideva dal ritratto erano neri come l'ebano e d'ebano ramato era il colore dei capelli e non castano dorato come quelli della principessa Jasmine. E quel grande neo sulla fronte, che rendeva così misterioso lo sguardo della ragazza che sorrideva dal medaglione, Jasmine non lo aveva. Non lo aveva mai avuto.
Sir Richard gli strappò quasi di mano il gioiello e lo fissò con estrema attenzione: il colore degli occhi della ragazza che sorrideva dal ritratto erano neri come l'ebano e d'ebano ramato era il colore dei capelli e non castano dorato come quelli della principessa Jasmine. E quel grande neo sulla fronte, che rendeva così misterioso lo sguardo della ragazza che sorrideva dal medaglione, Jasmine non lo aveva. Non lo aveva mai avuto.
Era
sull'angolo destro del mento, che Jasmine esibiva un segno di distinzione: una
minuscola voglia dalla vaga forma di stella.
"Questo
non è il ritratto della principessa Jasmine!" anche il lord inglese confermò.
"Per la
misericordia di Allah! E' proprio vero! Questa non è la principessa
Jasmine" convenne lo sceicco Harith quando anch'egli ebbe il medaglione
fra le mani.
"Per tutte le balene dell'Oceano! - proruppe ancora l'inglese, accantonando la proverbiale flemma - Tutto questo ci pone davanti ad un enigma da risolvere... Se la tua chiave ha aperto questo medaglione, Rashid, amico mio... questo che abbiamo davanti deve essere proprio il medaglione della principessa Jasmine..."
"Per tutte le balene dell'Oceano! - proruppe ancora l'inglese, accantonando la proverbiale flemma - Tutto questo ci pone davanti ad un enigma da risolvere... Se la tua chiave ha aperto questo medaglione, Rashid, amico mio... questo che abbiamo davanti deve essere proprio il medaglione della principessa Jasmine..."
"… ma il
ritratto non è della mia Jasmine!" insistette cupo il rais.
"Sì!
- ripeté l’inglese accompagnando il
monosillabo con ripetuti cenni del capo - Abbiamo proprio un mistero da
scoprire."
"Una cosa
è certa. - continuò sempre più cupo Rashid – La
presenza del medaglione in queste acque prova che Hakam si nasconde proprio da
queste parti e che Jasmine si trova con
lui!"
(continua)
brano tratto da "DUNE ROSSE - Nella tana del cobra"
di Maria PACE
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